| Bene, quindi procediamo con ordine:
UncleRon: i tuoi sono sofismi su cosa è soggettivo e cosa non lo è, il bello è oggettivo ed il gusto è soggettivo, per logica è il gusto che definisce il bello quindi il bello è soggettivo così come il gusto, altrimenti finiamo a chiederci cosa viene prima se l'uovo o la gallina bhe, aristotele diceva che viene prima l'uovo che è una gallina in potenza quindi è atto e l'atto viene prima della potenza, stesso concetto applicabile al tuo ragionamento, cosa viene prima il gusto o il bello ? Il gusto è bello in potenza (perchè non è detto che sia bello ma può definirsi anche come non bello così come l'uovo non è detto che sia gallina ma può fermarsi anche a occhio di bue) quindi viene prima il gusto in atto che il bello in potenza, da qui deduciamo che se il gusto è in atto ed è soggettivo il bello deriva da una soggettivizzazione e quindi è necessariamente soggettivo. Il resto della tua risposta non dice niente se non un'analisi superficiale di quello che poi diventa il marketing tribale e una considerazione su come si "crea" un talento, ma con la mia domanda c'entra poco.
LauraRGV: Ciao, l'idea di simbolo va contestualizzata, non credi ? Io non ho una paura fottuta e questo è il primo passo, al massimo ho qualche dubbio che mi viene dagli altri. La moto in se, mi piace. Tu mi chiederai dunque "come fai a saperlo se sei un novellino nel campo?". Bene allora ti racconto un veloce aneddoto che spero possa rivelarsi esaustivo. Ero ad un colloquio e per fartela breve ti dico solo lo scambio di battute.
- ti piace volare ? - si - ma hai mai volato ? - no - e allora come fai a saperlo? - mi affascina - e quindi se ti affascina [omissis..] quanti motori ha un Eurofighter ? - Non lo so - e quindi non ti affascina altrimenti lo sapresti.
Come puoi vedere dietro questo ragionamento che può sembrare giusto c'è una falla, io ho giocato a basket, 8 anni ma se mi chiedi quanto è alto Michael Jordan non te lo so dire. Questo significa che il basket non mi affascina o che non ne sappia nulla ? Non necessariamente, significa che ci sono aspetti di cui mi interesso meno. Io per lavoro faccio il libraio, significa che è mio dovere (perchè il lavoro sia fatto bene) conoscere tutto quello che è scritto su carta stampata ? No, sarebbe impossibile, ci sono 1.200.000 titoli in catalogo in Italia e circa 50-60.000 novità l'anno. Altro punto focale, il benedetto stipendio medio. Cosa si intende per "stipendio medio" e quanto si è in grado di calcolare le "spese improvvise" ? Se partiamo dal presupposto che per avere una moto devi guadagnare 5.000 € al mese in modo da non avere problemi in caso di "spese improvvise" il mondo delle 2 e delle 4 ruote è spacciato. E non solo, anche il computer, la rete, l'edilizia, tutti condannati ad una morte istantanea ed atroce allo stesso tempo. Le spese improvvise del lavoratore dipendente sono contingentate, non c'è neppure lo spettro di equitalia che ti alita sul collo, se ti sei fatto i tuoi conti puoi starci dietro tranquillamente salvo default vari et eventuali, ma se ci fosse un default ti assicuro che l'ultimo problema mio e anche tuo sarebbe la moto. La tua discussione è comunque edificante, ma mi resta da rispondere anche a putredine di certo non chiudo le porte.
putredine: dulcis in fundo. Quando ero piccolo parlavo di astronavi ed aerei, a 20 anni sono entrato in accademia aeronautica ruolo pilota (il colloquio di cui sopra era quello), bene, io su un aereo alla fine ci sono stato a 20 anni per la prima volta ed ero ai comandi. Quando ero piccolo mio padre non mi ha fatto fare un brevetto versione baby per far venire fuori il talento del pilota di aerei che era sopito (stessa cosa per gli altri 6 entrati con me quell'anno -si erano 6 posti e si, io poi ho rifiutato-) Il bello d'ordinanza, converrai con me, è qualcosa di soggettivamente bello che per una serie di motivi diventa d'ordinanza. La moto della madonna senza manco saperci andare: bhe si sono d'accordo con te ma non è che si nasce imparati, tutti in genere per imparare abbiamo degli step evolutivi e nel caso specifico si passa dal 50ino al 125 al 250 al 600 e poi se hai imparato (ed il giudice non sei mai tu ma è il vecchio milanese fermo ai cantieri che ti consiglia su come impastare la calce) puoi prenderti la moto della madonna e intanto avrai capito che la moto della madonna da 20.000 euro non ti serve a una cippa e quindi non te la prendi. Mai stato più d'accordo con te. E quindi ? E quindi esistono delle esigenze, che anche queste sono soggettive (e per nessun paradosso diventano oggettive) che generalmente influenzano delle scelte. E quindi passiamo alla domanda fondamentale, perchè una moto da 20.000 euro ? Perchè il mercato offre quello per rispondere alle mie esigenze. Il mercato, generalmente offre delle risposte a dei bisogni massificati, anche perchè sarebbe a dir poco dispendioso creare una moto su misura per ogni aspirante motociclista, e lo stato italiano impedisce di farsela per fatti suoi. Purtroppo anche se nel 2011, la mobilità in Italia è ancora carente e quindi un mezzo di trasporto, qualsiasi esso sia, serve (non a tutti sia chiaro, dipende dalle esigenze personali). Nello specifico a me serve. La mia prima macchina è stata una marbella usata che usavo a metà con mia madre e ancora me la piango, ma perchè ? Se in commercio esistono macchine che hanno tutti i comfort possibili ed immaginabili perchè mi piango la mia marbella ? Perchè rispetto alle mie esigenze la merbella era (ed è) una macchina ultrafunzionale. Nel mondo delle moto le differenze sono un po' più marcate, una supersportiva ha delle attitudini differenti rispetto ad una tourer, o una naked o enduro o cross o quelchetipare. E se scegli, come ho vorrei fare io, di non avere una macchina ma di vivere di pane treno e moto allora queste differenze si accentuano e ti tocca analizzarle. 20.000 euro sono tanti, vero, forse troppi, vero anche questo ma le caratteristiche offerte da quel range rispondono meglio alle mie esigenze. (quali, se me lo vorrai chiedere sarò felice di risponderti poi) E perchè non una macchina come tutti gli italiani? Rincorri forse l'idea dello status di motociclista? No. Io sono nato e cresciuto a Caserta, lì non c'erano (e credo neppure ora) servizi pubblici, manca il trasporto pubblico. Per andare a scuola tutte le mattine mi svegliavo 1 ora prima e andavo con mia zia in macchina, quando sono diventato dueruotedotato ho apprezzato questa comodità. Quando ho preso la patente ho automaticamente cominciato ad odiare l'auto. Io vado piano e mi da fastidio che mi si lampeggi alle spalle, mi da fastidio incolonnarmi nel traffico. Per un periodo ho quindi preso la bici ma senza spazi per andarci in bici (senza piste ciclabili) è una specie di suicidio e quando sono stato buttato per aria l'ho parcheggiata e ora l'ho riesumata a Piacenza città a dir poco più civile, dove se sei in bici al centro (che qui è ztl e a caserta no) quantomeno evitano di andare a 70 km/h. Passiamo dunque al concetto finale (che so che ti sta a cuore) che sembrerà che abbia tirato fuori (ma non è così). La sicurezza. Andare in moto non è sicuro, mai. Cosa cambia tra moto e bici? A Caserta niente, forse (anche se in moto non sono mai stato investito, in bici in 3 uscite mi hanno piallato 2 volte) nel resto d'Italia, forse qualcosa è diverso. Bisogna avere la testa sulle spalle e forse neppure questo basta, ma cosa dovrei fare quindi? Rinchiudermi in una camera bianca per non soccombere alla paura di soccombere sul serio? Bhe io credo che alcuni rischi li si accetti implicitamente nell'idea di fare qualcosa, che sia pilotare un aereo, andare in moto o semplicemente attraversare una strada. Ci sono molti modi per fare ognuna di queste cose, se si sceglie il migliore nel momento migliore non te la cavi, ma hai una % più alta di farlo.
Concludo qui un discorso ancora aperto e con mille sbocchi possibili perchè questo messaggio sta diventando troppo lungo.
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